ULTIMO POST

UNA VITA DIVERSA

NON VOTARE ANTONIO


Qualche tempo fa (2013) scrissi un post dal titolo “Vota Antonio” in cui commentavo in chiave tragicomica la disaffezione dei cittadini verso la politica e le Istituzioni. A distanza di cinque anni e all'indomani delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo, nulla è cambiato sotto questo cielo.

L’astensione al voto nelle consultazioni elettorali che si sono succedute nell’ultimo quinquennio ha raggiunto proporzioni un tempo inimmaginabili: circa quindici milioni di elettori hanno disertato le urne e questa flessione si è registrata persino in occasione del referendum sulla riforma costituzionale del 4 dicembre 2016, ovvero su un tema che avrebbe dovuto calamitare maggiormente l’interesse dell’elettorato. Allora l’affluenza alle urne del 65% venne battezzata come un successo rispetto alle più desolanti pregresse partecipazioni, ma il 35% dei non votanti resta comunque un dato che fa riflettere.

Eppure il Corpo elettorale è il primo (se non il più importante) organo costituzionale chiamato ad eleggere coloro che dovrebbero mettere in atto i desiderata della volontà popolare. Ma in questo circuito di democrazia rappresentativa c’è sempre qualcosa che lo fa andare in tilt, un relè che si aziona sistematicamente per far venir meno quel nesso di intima causalità tra gli elettori e gli eletti.

Non bisogna essere dei politologi o esperti dei massimi sistemi per capire che il problema risiede soprattutto nella scarsa qualità dell’offerta che non è soltanto impreparazione o incompetenza della classe dirigente. Certo, il divario tra le ideologie politiche e ciò che ne scaturisce sul piano concreto si è ampliato oltremodo, ma alla base manca sempre una ferrea spinta moralizzatrice.

Ne è una riprova il fallimento della legge sull’anticorruzione, varata sei anni orsono, che avrebbe dovuto ridurre drasticamente gli eventi corruttivi. Invece gli episodi di malaffare sono aumentati a dismisura nonostante la redazione di piani di prevenzione mai rivolti, chissà perché, anche, se non soprattutto, all'amministrazione politica.

Ecco quindi che a ridosso degli appuntamenti elettorali ritorna sempre di moda il personaggio di  Antonio la Trippa, che nel film “Gli onorevoli” pubblicizza la sua candidatura alle politiche ripetendo da un imbuto a mo’ di megafono la mitica frase “Vota Antonio”. E sempre di moda ritorna la sublime battuta  di Totò, interprete di quel film : “A proposito di politica, ci sarebbe qualche cosarella da mangiare?

La pellicola si conclude con una presa di coscienza del personaggio la Trippa che ritorna sui suoi passi riconoscendo i valori dell’onestà e della correttezza. L’auspicio è che questo messaggio possa essere tenuto bene a mente nel prossimo appuntamento elettorale.

L’astensione, sia pure comprensibile, non aiuta a cambiare lo stato delle cose.  E’ importante quindi recarsi alle urne ma sarà bene farlo con attenzione e ricordarsi di non votare (ancora) Antonio. 

Commenti