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IMPARARE A VOLERSI BENE


C’è gente che passa metà del tempo a lasciarsi sfuggire le occasioni e l’altra metà a rimpiangerle. Accade per debolezza, masochismo, per struggente consapevolezza o per conflitti non risolti che risalgono all’età giovanile o alla primissima infanzia.  E’ un travaglio interiore in cui superare il dolore, vissuto o procurato, è la più ardua delle battaglie da affrontare.

Qui sta la matrice di tanti mali che accomunano la disagibilità sociale, l’incapacità di avere buone relazioni affettive, l’isolamento e l’emarginazione. Non è un caso che episodi criminosi come il femminicidio (o il suo equivalente maschile), si stanno diffondendo a macchia di leopardo in un mondo che ha smesso di volersi bene.

Sarà una questione di cuore e forse bisognerebbe imparare da Erich Fromm che nella sua opera più famosa, L’arte di amare, affronta la tematica dell’amore in tutte le sue sfaccettature:

“L’amore infantile segue il principio: amo perché sono amato. L’amore maturo segue il principio: sono amato perché amo. L’amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo…”

Se paragoniamo le manifestazioni dei sentimenti agli effetti contagiosi dei virus, tanto per restare nell'attualità, scopriamo che ognuna di queste esternazioni tende a moltiplicarsi mantenendo la stessa carica emotiva, come un germe che si riproduce e si propaga velocemente nelle relazioni interpersonali:

L’odio genera odio e ci rende più rancorosi e ostili.
L’invidia genera invidia e ci rende più invidiosi.
L’amore genera amore e ci rende più generosi e solidali.

La capacità di distinguere i buoni dai cattivi sentimenti è un esercizio che richiede fatica, impegno e senso di maturità contro i quali agiscono fattori ambientali o modelli educativi sbagliati e devianti. Imparare a volersi bene è un’arte che non si coltiva da soli ma con il concorso di tante componenti. Se alcune di queste mancano, come l’amore filiale espresso in maniera opposta al pensiero di Fromm, il percorso per arrivarci diventa decisamente complicato.

Bisogna prendersi cura di se stessi, amarsi ed intenerirsi delle proprie debolezze per poterlo fare verso gli altri. L’amore individuale, così concepito, è la base di partenza per essere positivamente “contagioso” ed emulativo. E’ un lavoro spirituale di non facile fattura ma provare a farlo sarebbe già tanto.

Non è mai troppo tardi per abbracciarsi e coccolarsi affinché il buono che ognuno ha in serbo non si disperda nel nulla.







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