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Una
risata allunga la vita, più di una telefonata di un famoso spot di qualche
tempo fa. Ci sarebbe tanto da piangere per come sta andando il mondo, ma un bel
sorriso a tutto tondo fa bene alle vie respiratorie, rende più fluido il sangue
nelle vene e ci fa prendere le cose nel modo più leggero.
Voglio
che sia l’ironia a far ridere la vita mia. E’ il verso di una mia canzone
di gioventù che negli anni è divenuto il mio credo filosofico. Non bisogna mai
prendersi troppo sul serio perché nessuno è perfetto e, soprattutto, nessuno è
migliore del nostro onore e della nostra dignità. Ci sono tanti nei invisibili
che prima o poi emergono in tutta la loro consistenza offrendo un’immagine di
se stessi forse fragile ma certamente più umana.
Siamo
un esercito di imperfetti e questo basta per elevare le relazioni sociali al
rango di una parità sostanziale che è anche espressione del principio di
uguaglianza sancito nella nostra Carta Costituzionale. Al di là dei distinguo, dei meriti e delle
capacità individuali, l’essere umano è pieno di debolezze, di paure, di
incertezze che talvolta si ostenta a disconoscerli ma che invece costituiscono l’essenza
della relatività della vita.
Eppure
il sorriso non è stato sempre bene accetto. Nel medioevo, ad esempio, il
sorriso era inviso dal potere temporale retto da un rigido conservatorismo. Umberto
Eco, nella sua opera più famosa, Il nome della rosa, ci racconta del sorriso come dell’antitesi di
comportamenti sobri e morigerati a difesa dei quali vennero compiuti in
un’abbazia benedettina una serie di orribili delitti.
Fortunatamente
il corso della Storia ha preso una piega diversa e le aperture al sorriso e ad
una certa leggerezza dell’essere hanno trovato una collocazione sempre più
marcata nell'evoluzione dei comportamenti sociali.
Non
c’è che dire che una bella risata a crepapelle, magari sulle stupidaggini
altrui, ci fa sentire bene e ci fa affrontare le cose con il giusto peso e
coraggio perché le occasioni per vivere meglio possono sfuggirci e non
ricapitare più.
Riconoscere
i propri limiti, quando il sorriso si fa ironia, non è segno di debolezza ma, piuttosto,
la più grande delle saggezze per aprire le porte alla comprensione di se stessi e, di riflesso, a quella verso gli altri.
Da
non sottacere gli effetti benefici del sorriso quando è usato, ad esempio,
nella terapia del dolore, sia fisico che interiore. Non è un caso che in molti
ospedali vi sono tante associazioni dedite alla cura ed assistenza morale ai
malati più sfortunati. Perché ogni attimo di vita va vissuto intensamente anche
quando tutto sembra precipitare nel baratro e nelle tenebre.
Oggi
è già ieri. E domani è già tardi.
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