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Il 29 giugno u.s. è stato
l’anniversario della nascita del grande poeta Giacomo Leopardi, nato nel 1798 a
Recanati (allora nello Stato Pontificio) e morto a Napoli il 14 giugno del 1837.
Attualmente le sue spoglie si
trovano nel parco di Piedigrotta del capoluogo campano.
Non ci sono aggettivi per
esprimere la grandezza di Giacomo Leopardi, uomo geniale dotato di una
sensibilità e di una intelligenza fuori dal comune, che ha lasciato una eredità
storica e culturale di assoluto e indiscusso valore.
Le tematiche affrontate nella sua
breve ma intensa vita, pur dominate da un pessimismo estremo e irrisolto, hanno
ben rappresentato con acutezza ed ingegno le contraddizioni dell’Uomo e le
sue insofferenze per il continuo divenire
di un tempo, inesorabile e implacabile, che porta via le gioie e le occasioni di una vita felice.
Per omaggiare questa
straordinaria figura ho scelto la poesia “L’infinito” una delle liriche
fondamentali dei Canti pubblicata dall’Autore nel 1826 insieme ad altri scritti
con il titolo di Idilli.
E’ una poesia che mi ha
particolarmente colpito fin dai tempi della scuola per il suo messaggio
fortemente intimistico e ideologico che è quello di voler superare le
inquietudini e i limiti del mondo, a dispetto degli ostacoli del paesaggio (la
siepe che impedisce la vista dell’orizzonte) e della Natura (l’improvviso
stormire del vento tra le fronde) per immergersi nell’infinito dell’universo e
fondersi con esso in una sorta di catarsi dello spirito umano.
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