L’anno che se ne va

 




Gli anni, rispetto ai giorni e alle notti, hanno una particolarità: vanno via e non tornano più. Anche questo 2021 sta per chiudere i battenti per volare via come gli altri che lo hanno preceduto.

E’ stato un anno controverso, misto di fiducia per una rinascita avviata con la massiccia campagna di vaccinazione contro il Covid-19, e di scoramento per la risalita dei contagi dovuti alla variante “omicron” di questo maledetto virus. Nel mezzo, persone che ci hanno lasciato e tanti abbracci mancati, voluti o dovuti.

Ma la forza della vita, come recitava una famosa canzone di Paolo Vallesi, è la migliore di tutte le medicine per affrontare il presente con uno sguardo al futuro pieno delle più rosee previsioni e dei migliori propositi.

L’anno che se ne va lo mettiamo volentieri alle spalle salvando solo i buoni ricordi che pure ci saranno stati in mezzo a tanto dolore e sfiducia.

E’ con questo auspicio che auguro a tutti i lettori di questo blog un meraviglioso 2022.

Prima di salutarci ecco qui di seguito i post più letti di quest’anno:


GENNAIO, post più letto: La casa di vetro

FEBBRAIO, post più letto: Quanto amore che si perde

MARZO, post più letto: Sanremo 2021 nel segno del rock

APRILE, post più letto: E niente ...

MAGGIO, post più letto: Mary alla stazione

GIUGNO, post più letto: Chi ti ha detto mai?

LUGLIO, post più letto: Amanti di un'isola

AGOSTO, post più letto: Verrà

SETTEMBRE, post più letto: Qualcuno ci ama (lassù)

OTTOBRE, post più letto: Sarà

NOVEMBRE, post più letto: Il volo dell'aquila

DICEMBRE, post più letto: Ti scriverò

BUON 2022
da
Vittoriano Borrelli

 

 

Buon Natale 2021

 Mai come quest'anno il Narale è una festa carica di significati e non solo religiosi. 

La pandemia che continua ad imperversare nonostante la massiccia campagna vaccinale, sta minando vittime e cuori solitari che da troppo tempo ormai aspettano un abbraccio che tarda ad arrivare. 

E allora è proprio il Santo Natale l'occasione giusta per stringerci, se non fisicamente, almeno idealmente in quell'abbraccio ricco di calore e di buone prospettive. 

Buon Natale. Che sia davvero così!



Sono io

 



Mani contro mani amore trasandato
bisogno disperato di riuscire
Viso contro viso coscienza contro realtà
bisogno disperato di sparire

La mia vita é un fiore rosa
l'ho nascosta nel mio cuore
e mi perdo e mi tento così sempre io mi amo

Sono io 
un'oasi a cui tutti approdano
per posare un segno che 
ferisce il cuore mio

Sono io 
l'immenso strano che tutti cercano 
per respirare una vita breve
e poi sparire lontano
lontano…

Niente contro niente contraddizione vera
bisogno disperato di sopravvivere

Il mio respiro é una canzone
cantata male e male amata
e mi cerco e mi trovo così sempre io mi sento

Sono io 
un'oasi a cui tutti approdano
per posare un segno che 
ferisce il cuore mio

Sono io 
l'immenso strano che tutti cercano
per respirare una vita breve
e poi sparire lontano
lontano…

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")



La tua ombra, il tuo respiro

 



La mia vita non ha senso
quando sono in te
La tua pelle il tuo sorriso
mi fanno amarti di più

Tutti dicono che
sei solo un corpo d'amare
Tutti dicono che
senza uomini non sai stare

L'innocenza dei tuoi occhi
confonde la mia fantasia
e la realtà del tuo corpo
é preda della mia pazzia

Tutti dicono che
sei bella ma non hai anima
Tutti dicono che
vivi con strani pensieri

Ma la tua ombra il tuo respiro
si confondono dentro di me
e del tuo corpo del tuo dolce veleno
io non posso fare a meno

Sulle strade della vita
io cerco te
Tentazioni emozioni
tu sei me

Tutti dicono che
un angioletto non sei
Tutti dicono che
presto ti stancherai di me

Ma la tua ombra il tuo respiro
si confondono dentro di me
e del tuo corpo del tuo dolce veleno
io non posso fare a meno

E la tua vita non ha senso
quando sono in te
La mia pelle il mio sorriso
ti fanno amarmi di più

Tutti dicono che
non sono l'uomo che fa per te
Tutti dicono che
ho peccato per avere te

Ma la mia ombra il mio respiro
si confondono dentro di te
e del mio corpo del mio dolce veleno
tu non puoi fare a meno

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")


Ti scriverò

 



Guarda laggiù
l'ispirazione ti verrà più facile
Il mare é più blu
il sole, il tempo si é fermato
 
Ridi di più o sul cuscino scrivi il tuo nome
la tua donna forse ti capirà
Una lettera che non serve se il tuo cuore é infranto
o se con la chitarra ti sfugge un pianto

Ti scriverò
seguendo un cielo azzurro immenso
Ti scriverò
seguendo la mia mente stanca

Ti scriverò
tutta la gioia che mi manca
Ti scriverò
tutto quello che penso e non penso

Ti scriverò
illudendomi che forse un giorno
mi scriverai
ragazza amante amica storia

Ti scriverò
volando verso nuovi confini
Ti scriverò
parlando un po’ dei tuoi bambini

Dimmi di lui
se ha la faccia truccata
e la mente estenuata
Dimmi se tu
la notte ti senti sola e cerchi me

Tua madre come sta?
E' sempre pettegola e impaziente?
Il tempo com'é?
Qui fa sempre freddo e poi
la noia delle mie giornate è fatta solo di...cazzate!

Ti scriverò
seguendo un cielo azzurro immenso
Ti scriverò
seguendo la mia mente stanca

Ti scriverò
tutta la gioia che mi manca
Ti scriverò
tutto quello che penso e non penso

Ti scriverò
illudendomi che forse un giorno
mi scriverai
ragazza amante amica storia

Ti scriverò
volando verso nuovi confini
Ti scriverò
parlando un po’ dei tuoi bambini

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)
(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")



C’è amore anche per te

 



Sai che c’è amore anche per te
tra la gente che non sa
come te
più sorridere e vivere

C’è bisogno anche di te
per cercare nuove idee
dove c’è solitudine

Sai questo inverno passerà
ed allora scoprirai
che non puoi fuggire

Via dai sogni
Via dai giorni
Via da tutto ciò che sei

Sai che c’è amore anche per te
È nascosto dentro te
e non sa
più riemergere dal fondo

Vai e racconta un po’ di te
alla gente che non sa
come te più convivere

Sai questa vita è un attimo
Meglio prenderla così
anziché fuggire

Via dai sogni
Via dai giorni
Via da tutto ciò che sei
che c’è amore anche per te

(orchestra)

Non andar via dai sogni
Via dai giorni
Via da tutto ciò che sei

Non andar via dal mondo
Via dal tempo
Via da quello che ora sei
che c’è amore anche per te



Tratto da “L’aquila non ritorna

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")


Passo dopo passo

 



Io non so
se tra un minuto il vento si alzerà
Ma sto bene qui
È un gran deserto il mondo intorno a me
Come se per me
non ci fosse che
questo attimo nell’animo

Passo dopo passo
sarò prossimo all’abisso
al vuoto più profondo
che tu mi hai lasciato dentro

Ora come ora
aspetterò che sia l’aurora
a rendermi la vita che volevo
E forse tu tornerai da me

Io non so
se ti ho aspettato troppo oppure no
Se pensandoti
ho tralasciato tutto intorno a me
Come se per noi
non ci fosse che
questo attimo nostalgico

Passo dopo passo
sentirò la pioggia addosso
il vento tra i capelli
forte come il tuo respiro

Ora come ora
aspetterò che sia l’aurora
a prendermi la vita che volevo
E forse tu tornerai da me

(orchestra)

Passo dopo passo
sarò prossimo all’abisso
al vuoto più profondo
che tu mi hai lasciato dentro

Ora come ora
aspetterò che sia l’aurora
a rendermi la vita che volevo
Ma spero che tornerai da me …

Tratto da “L’aquila non ritorna

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")



Ragazze

 



Le ragazze col trucco delle signore
Le ragazze che sono amiche sole
fanno corse perverse all'esibizione
Tacchi alti magliette e occhiali da sole
pronte a punzecchiare l'eccitazione
con i libri di scuola e mazzi di fiori
collezioni di poster di grandi attori

Le ragazze che fanno spesso l'amore
nei momenti di sesso senza parole
e si svegliano in tante col mal di cuore
e ti dicono no per le mestruazioni
fanno storie ogni giorno coi genitori
Certe te le ritrovi nelle stazioni
con ricordi arrossati e maledizioni

Ci son quelle che sono soltanto belle
poche ancora ci credono nelle stelle
hanno spirito e corpo un po’ ribelle
sono dolci al sapore di caramelle

Cento facce e nessuna particolare
Cento maschere ambigue di carnevale
Poi ragazze che amano il sole e il mare
sono lì silenziose ad ascoltare
e per noia si lasciano conquistare
basta anche un discorso per farle amare
domattina più ingenue si lasciano andare

E ragazze un po’ pazze pazze di carezze
vanitose invidiose di certe cose
vanno in cerca di un uomo di poche volte
surreali speciali superficiali
ci son per tutti i gusti e per tutti i mali
E ragazze cinture di castità
altre imbrogliano ma sono necessità

Le ragazze col trucco delle signore
Le ragazze che fanno spesso l'amore
Cento facce e nessuna particolare
Cento facce e qualcuna che sa anche amare

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")


Il volo dell'aquila

 




Quante volte ci ho pensato
e ora sono qui
col mio angelo custode
che mi sta portando su
nel cielo limpido
sopra le nuvole e già libero
di respirare a modo mio
e di essere con Dio
in un volo programmato
timoroso e sospirato

Sono morto da due ore
ma li vedo tutti quelli
che mi son rimasti accanto
silenziosamente affranti
che si disperano per me
davanti a un corpo che non è più mio
E mi salutano così
in quest’ultimo addio
Ripensando ai tempi andati
Ai momenti più beati

Volo più che mai
e più in alto sai
da ciò che sono stato

Niente resterà
di questi anni miei
né di te che ancora ti vorrei

E il cerchio ormai si chiude qui
Ancora un attimo e sarò per te
solo un ricordo o solo un film
l’ultimo con te
Che mi tieni con la mano
con un gesto quasi umano

Volo più che mai
e più in alto sai
Non sento alcun dolore
 
Sono un punto ormai
nell’immenso che
mi trascina lento via da te

Niente resterà
dei ricordi miei
Ma puoi farli vivere per me …

Tratto da “L’aquila non ritorna

                               (Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")


Una volta non era così

 



Dove sei che adesso voglio fare di te
l'unica ragione di sesso
Costringerti ad amarmi come sai fare tu
anche se mi sembra disonesto
sfregiare il tuo bel viso con la rabbia di un dito
far finta di trovarmi ancora un giorno in paradiso

Dove sei ti cerco per le vie di queste note
ti troverò dovunque in queste strade sempre vuote
Vorrei vorrei vorrei non giudicarti facile
Vorrei vederti ancora qui con me con le tue lacrime
per poi poterti dire che è il momento di finire
e fare un po’ il coglione con le tue belle amiche

Era bello guardarsi negli occhi
una volta non era così
Dicevi: "Ti aspetterò anche una vita" dicevi così

Era bello anche il sogno del mese
le tue assurde ed odiose pretese
Un uomo così così tu gli hai voluto anche bene!

Ma nessuno mi sa dire niente dove sei?
Se ti avessi ancora poco male ti farei
Ti chiederei soltanto: "Amore amore solo un bacio
perché con te davvero io l'amore non lo faccio!"
Oppure ti darei dei soldi in una notte strana
e ti farei l'amore come fossi una puttana!

Era bello trovarci romantici
una volta non era così
Si stava a parlar di noi con un libro dei classici

Era bello come il primo incontro
fare tutto in un solo giorno
Amarci più di così alla stazione di un autogrill

Era bello guardarsi negli occhi
una volta non era così
Dicevi: "Ti aspetterò anche una vita" dicevi così

Era bello anche il sogno del mese
le tue assurde ed odiose pretese
Un uomo così così tu gli hai voluto anche bene!



(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")

A domanda rispondo





La mia esperienza di scrittore mi spinge a fornire su queste pagine il mio contributo a coloro che intendono affacciarsi nel mondo dell'editoria. 

Scrivere un libro costa molta fatica,  ma lo è ancora di più quando si passa alla fase 2, ovvero quella di far conoscere la propria opera. 

Qui si aprono mondi infiniti e le insidie sono ben maggiori delle prospettive di successo. 

È importante non farsi prendere dalla voglia di  emergere a tutti i costi, senza ponderare le iniziative da intraprendere o le soluzioni che si prospettano. 

C'è un nugolo di editori,  o pseudo tali, pronto a tendere la rete per accalappiare autori  inesperti o sognatori al solo fine di spillare denaro in tutte le forme possibili,  dirette o indirette. 

Bisogna leggere bene, prima di firmarlo, il contratto proposto   che spesso contiene clausole oscure che sono sempre a danno dell'autore e mai dell'editore. 

Coloro che intendono chiedermi un consulto possono farlo su questa pagina o scrivermi in privato accedendo al link del mio contatto. 

Sarò ben lieto di rispondere. 





Albergo di città

 



Corpi stanchi nella notte
in un albergo di città
tra mille spiegazioni
bugiardi e silenziosi

Le mani che impazzivano
toccavano l'inutile
si rideva ed era facile
in quelle ore avide

capire tutto e andare via
o continuar nella pazzia
di notti soffocate
di stelle mai contate

E si restava ancora insieme
malgrado tutti quei problemi
quella paura di conoscersi
e di ritrovarsi

Le poesie messe da parte
i giorni brevi le notti matte
e dentro l'anima la voglia
di essere liberi

E quanti sogni in strada
o bruciati in una casa
per troppa ingenuità

Non si pensava a niente
o solo all'infinito
ma tutto era proibito
E tutto era così
lontano e inutile …

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")





Ipotesi d’amore

 



Fammi un pò pensare che ho bisogno di te
che l'amore è grande quando è pieno di te
fammi concepire un rapporto per cui
tu potresti amarmi anche senza di lui

Fammi ricordare che ho bisogno di te
quando cerco un senso nel deserto che c'è
Nella mia disperazione sai che vorrei
fare pace con il mondo accanto a te

Stare sul tuo cuore
per ipotesi d'amore
Fare confusione
col mio istinto che ti vuole

Dolce tentazione
è un'ipotesi d'amore
caldo ma violento
e che ti travolge dentro

Fammi immaginare una vita con te
affettuosa dignitosa identica a te
Dentro me nascondo tanta buona poesia
puoi tirarla fuori senza che voli...voli via

Stare sul tuo cuore
per ipotesi d'amore
Fare confusione
col mio istinto che ti vuole

Dolce tentazione
è un'ipotesi d'amore
caldo ma violento
e che ti travolge dentro

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")


Cercasi cantautori disperatamente

 


Non ci sono più le belle canzoni d'autore di una volta. Forse sto invecchiando, e di fatto già lo sono se mi lascio prendere dalla nostalgia delle splendide melodie prodotte dai grandi artisti che tra gli anni '70 e '80 hanno calcato a buon profitto la scena musicale.


Geni della parola e dello spartito come Lucio DallaFrancesco De Gregori Franco Battiato, hanno scritto la storia del nostro Paese in un'epoca di grandi cambiamenti e di rinnovamento socioculturale. Artisti a cui mi sono ispirato nella mia esperienza di paroliere e di musicista, anche se ho mantenuto uno stile personale e ben definito.

Purtroppo di questi grandi "mostri" della musica non c'è traccia alcuna nella generazione odierna che appare distratta, labile ed estemporanea nelle sue proposte musicali. Canzoni che si fa fatica a ricordare, che si ascoltano e si dimenticano in fretta nel giro di una stagione o anche meno.

Una bella canzone è tale quando resta impressa nella mente e nel cuore di chi l'ascolta per lungo tempo, se non per sempre. Prendiamo ad esempio uno dei capolavori di Lucio Dalla, "Cara" e leggiamo questi versi:

"Perché ho scritto una canzone per ogni pentimento
e devo stare attento a non cadere nel vino
o finir dentro i tuoi occhi se mi vieni più vicino".

Poesia pura e sublime che è d’insegnamento a chi volesse fare il poeta o lo scrittore.

Penso che la musica d’autore sia una vera e propria disciplina letteraria che dovrebbe essere introdotta nelle scuole o nelle università per educare ai sentimenti e imparare a scrivere alla stregua delle materie tradizionali come la Storia e le Lettere.

Colgo con favore la proposta di questi giorni avanzata da alcuni gruppi politici di introdurre la canzone d’autore e la storia dei grandi artisti che l’hanno pregevolmente ideata come insegnamento didattico ufficiale.

Ne guadagneremmo tutti in cultura e nel buon vivere sociale.

Sarà

 



Luci diverse dentro la mia coscienza
senza far niente subisco questa mia assenza
ed un pensiero indecente
mi spinge a farmi l'amore

Voglia matta di tradire
l'ombra squallida di lei
lei non è invenzione
ma una noia opprimente

Ho rubato quel gioco tenero delle mani
i tentativi di evasione sono risultati vani
Ho la gola che mi brucia
accidenti cosa farò domani?

Forse andrò camminando
per le strade di un dedalo
e tra i "se" e i "ma" ritroverò
il vento giusto della mia età

Sarà come ritornare bambino
e svegliarmi ogni giorno vicino
a un sogno nato a metà

Sarà fare un poco l'equilibrista
ritrovare quella pace perduta
Fare cerchi di fumo e sentire il profumo
degli anni consumati dal tempo

Sarà vivere una vita più semplice
e sentirmi meno solo
e più complice della mia volontà

Sarà scrivere sul libro del sole
quegli incontri quelle magiche parole
ritrovate per caso seguendo il respiro
di un'anima forte e audace

E fra la gente sorriderò
ritroverò l'orgoglio che ora non ho
e fra silenzi seguirò le onde della fantasia

Non più noia dentro me
ma una mente per pensare
Costruire e ritrovare
quell'immagine che ho di te

Sarà come camminare sui prati
respirare le emozioni perdute
e sentirmi più vicino

Sarà fare un poco il vagabondo
e guardare sempre in faccia il mio mondo
Fare cerchi di fumo e sentire il profumo
degli anni consumati dal tempo

Sarà diventar l'eroe di me stesso
e gettare il superfluo nel cesso
amare non più a metà

Sarà scrivere sul libro del sole
quegli incontri quelle magiche parole
ritrovate per caso seguendo il respiro
di un'anima forte e audace

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")



Signori si nasce!

 


Riporto volentieri un episodio che ho letto di recente sui social, testimonianza di quella che deve essere la vera generosità. È proprio vero, come diceva il grande Totò, che signori si nasce.


“In fila alla cassa, il display segna 26,80 €, la faccia stranita:
"Ah scusi ho dimenticato il bancomat, ho solo 25 € tolgo qualcosa".

Nel piccolo carrello non ci sono patatine o cibi inutili, vedo pane, pasta, latte, pomodori, carta igienica.

L'imbarazzo per chi è distante appena un metro è palpabile, il volto di una mamma poco più che cinquantenne è corrucciato, deve scegliere cosa sottrarre ai propri figli.

È così che assisto al più bel film italiano, reale più che neorealista, poco dietro un altro signore in fila: "Scusi, le è caduto qualcosa". La signora è sorpresa, a terra c'è una banconota da 10 euro, sa bene che non le appartiene.

Lo sguardo amorevole dell'uomo la convince, é troppo per lei dire che è sua. Non ha vestiti firmati ma non indossa stracci, non ha il trucco ma la sua faccia trasuda sacrifici. Il signore si piega, raccoglie la banconota e le dice: "Probabilmente è successo quando ha aperto il borsello".

Ora sembra una bambina, é felice, soprattutto della sua onestà. Paga e uscendo sorride all'uomo che è davanti a me. Lo guarda per l'ultima volta e dice: "Grazie". Assisto e sono felice anch'io, ho capito la lezione. Quell'uomo avrebbe potuto dire: "Non si preoccupi faccio io". Invece ha scelto di preservare la dignità, sua e della signora.

Chi ha fatto un beneficio taccia, lo ricordi chi lo ha ricevuto.”

Ricordiamoci che il bene si fa in silenzio, il resto è palcoscenico.

(scritto da Irene, la cassiera)

Un uomo da letto

 



E mi ritrovo così con la solita definizione
senza alcuna speranza di salvarmi da questa finzione
che dura da tempo e come gli anni non si ferma mai
Che strano il mio nome il mio mito che sai!

E sono un uomo da letto getto orgasmo e più non smetto
un uomo da letto con tanti difetti e poco rispetto
un uomo da letto senz'anima e senza ribellione
ed amo e respiro così senza parole

Ma che stupida sera respirata male!
Non ho più il coraggio di guardarmi allo specchio
Chissà mai perché mi sento stanco e più vecchio?
Stupida canzone nascosta in fondo al cuore!

Il peccato lascia tracce nere nel mare
ma l'innocenza si fa santa quando vuole Dio
Intanto mi spingo dentro grido al vento "Sono mio!"
Io quell'uomo l'ho lasciato per le vie del passato

Ma il mio corpo non va giudicato così solo per questo
Ho un'anima nascosta che vale e che mi rende diverso
Prova amico a volare inventa due ali e un istinto
lascia la tua fantasia non darti per vinto

Dove sei uomo? Non mollare! Perdono!
Dove sei uomo? Non voglio piangere lo giuro!
Resta un po’ con me amica non andar via vita!
Io una speranza vera non l'ho mai avuta

L'innocenza si fa santa quando vuole Dio
qui c'è orgoglio e penitenza sono io sono mio
e il peccato lascia tracce nere nel mare
Ma che stupida sera respirata male!



(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")



Qualcuno ci ama (lassù)

 



Chissà che cosa abbiamo fatto
per meritarci questo poco spazio
Chissà se siamo come cartolina
oppure manichini in vetrina

La neve non si scioglie siamo a pezzi
Da qui ormai non partono più treni
Ma non si può dire che siamo soli
e poi il sole è già spuntato fuori

Forse davvero qualcuno ci ama lassù!
Forse potremo conoscerci ancora di più
Magari ci cercheranno domani
anche quelli più lontani

Forse davvero qualcuno ci ama lassù!
Forse potremo restare una volta di più
in questa nostra esistenza a lunga scadenza
con un amore di riserva

Città e semafori col rosso
con quella nostalgia che abbiamo addosso
Chissà se siamo come due pezzi di pane
oppure due ragazzi di poche risate

E qui il vento taglia ogni sguardo
questi anni che da soli se ne vanno
Poi la luce filtra dalle persiane
Ma quanto tempo ancora ci rimane?

Forse davvero qualcuno ci ama lassù!
E forse un po’di fortuna l'ho avuta sei tu
Non mi lasciare da solo lontano
Teniamoci per mano!

Forse davvero qualcuno ci ama lassù!
E sarà bello rinascere una volta di più
Fammi appoggiare la testa su di te
e portami via con te!

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")


Sarò breve


Per gli amanti della scrittura breve, ecco un godibile mini-racconto di Matilde Serao tratto da "Donna Paola" del 1897.

Fulvio s'inchinò, prese dalla mano di Paola il gelato che ella, sorridendo dolcissimamente,  gli porgeva, e le disse, guardandola negli occhi:

"Vi amo".

"Non dovete amarmi" mormorò lei senza scomporsi, seguitando a sorridere.

"E perché?"

"Perché ho marito" ribatté ella, ma placidamente.

E gli occhi di Fulvio, di un tetro azzurro,  lampeggiarono di passione. Ella restava innanzi a lui, senza mostrare alcun turbamento, sorridendo ancora, tutta rossa, con le belle braccia bianche e prosciolte sotto il merletto nero delle maniche. Sul merletto nero e sulle bianche braccia scintillavano i braccialetti gemmati: erano ricaduti sui polsi,  ella si occupò a risollevarli verso il gomito. 

Irritato,  Fulvio batteva col cucchiaino sul piattello del gelato:

"Andatevene" mormorò a un tratto, soffocando di collera "siete una donna odiosa,  io vi detesto".

Paola crollò lievemente il capo,  come si fa per un malato incurabile, e si allontanò da Fulvio. 

L'abbandono

 




Hai mai sentito l'abbandono dentro te?
Un grande vuoto che ti lascia fuori e poi
non sai riprenderti vorresti arrenderti
farti più piccolo di quanto già non sei

E all'improvviso non t'importa quasi più
del freddo intenso che ti fa sentire giù
sotto la neve di un giorno breve
e ti domandi se qualcosa ancor succede

L'anima che senti
quando ti tormenti
davanti ad un bicchiere
e a un grande dispiacere
che ti addolora ma
un po’ ti fa piacere

Libera la mente
temerariamente
Provi a spiccare il volo
per non sentirti solo
oltre le nuvole
scoprire un mondo nuovo

Hai mai capito l'abbandono dentro te?
Quando la sera gli altri sono andati via
e le parole del tuo silenzio
altro non sono che le voci dell'inferno

E allora pensi di cambiare strategia
per conquistare gli altri cerchi un'altra via
anche uno sguardo che arrivi al cuore
che dica molto più di mille tue parole

L'anima che senti
in questi momenti
è un mondo che si chiude
alle tue spalle nude
è un giorno così uguale
che non ti fa più male

Libera la mente
delicatamente
se chiudi gli occhi adesso
ti sembra già diverso
e l'abbandono sai
va via con tutto il resto

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")


Per innamorarmi

 



Quanto cielo avrei rubato per innamorarmi
quanto poi te ne avrei dato in tutti questi anni
Tu nel viaggio di un artista lontano
e carezza che è sfuggita pian piano
Già! Potevi essere anche mia, diciamo
che c'è stato un piccolo contrattempo
non ci siamo amati com'era meglio per noi
Per innamorarmi avrei fatto poco sai
e avrei messo fine a tutti questi guai

Non sarei più stato solo se ti avessi amato
ed invece il tuo sorriso io non l'ho sentito
Tra le stelle di una notte qualunque
tu avresti illuminato chiunque
Già! Potevi essere anche mia, diciamo
più disposta ad arrivare al mio corpo
ma qui non abbiamo avuto mai un posto per noi
Certo che avrei fatto anche il pazzo insieme a te
e avrei fatto chissà che se tu con me...

Quanto cielo avrei rubato per innamorarmi
quanto poi te ne avrei dato sì per lusingarmi
Forse ti ho incontrata ma non ti ho vista
tra la gente eri troppo diversa
dimmi se per caso eri tu proprio quella
con un faccino bello come una stella
caduta nel mezzo di una festa, caduta per me
per innamorarci e anche un po’ per completarci
stando insieme e ridere come pagliacci

Non sarei più stato solo se ti avessi amato
ed invece il tuo indirizzo io non l'ho trovato!

Quanto cielo avrei rubato per innamorarmi
quanto poi te ne avrei dato in tutti questi anni!

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")



Un giorno come un altro

 



Cosa c'è in questo giorno uguale a te
che muore all'orizzonte e al buio si confonde
Alberi che sfiorano le nuvole
e un vecchio contadino che parla con un bambino
E più in là sentieri che si perdono
laddove c'è l'asfalto e il cuore tuo distratto

Ma è un giorno come un altro
la vita che si offre a te
in tutto il suo ritratto
e sullo sfondo ancora lei

Volersi ancora bene
e non restare insieme
Se è stato un grande amore o no
adesso è già dolore un po’
Ma è un giorno come un altro

Penso a te che ti addormenti insieme a me
la testa sul cuscino ed io che mi rigiro
Attimi che sono come battiti
che vanno a cento all'ora sull'autostrada vuota
Svegliati che il tempo può riprenderti
E' come per incanto finisce questo pianto

Ma è un giorno come un altro
l'amore che finisce qui
e tu che sei già un altro
malgrado ci sia ancora lei

Volersi ancora bene
a volte non conviene
Se è stato un grande amore o no
adesso è già dolore un po’
Ma è un giorno come un altro…

È un giorno come un altro…
È un giorno come un altro…

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")



Verrà

 



Verrà la pace che hai desiderato
ti porterà un amore inaspettato
oppure tornerai nel tuo seme
perché quaggiù nessuno ti vuol bene

Verrà la voce che non hai ascoltato
il padre che non ti ha mai coccolato
e impregnerai sul viso della gente
la tua freschezza nuova di sorgente

Verrà...Verrà…

Verrà qualcuno e non sarà un miraggio
rimuoverà in avanti il tuo coraggio
e sarai molto meno personaggio
si fermerà da solo questo viaggio

Verrà… Verrà…

Verranno giorni allegri di proposte
non lascerai agli altri le tue risposte
non ti ritroverai in una chiesa
inginocchiato contro la tua resa

Verrà chi non ti ha mai considerato
chi ha avuto tutto e non ti ha più cercato
Perdonerai chi non ti ha capito
e griderai a te stesso:
"Non sono finito!"

Verrà...Verrà…

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: "Le mie canzoni sono differenti")

Il suicidio

 



(Il brano più terribile de: "Le parole del mio tempo". L'ascolto non è adatto ad un pubblico particolarmente sensibile).

Lui si guarda allo specchio e pensa già al suicidio
con le mani sul viso e con lo sguardo indeciso
Cammina adagio per la stanza
della sua vita ne ha abbastanza
Ha compiuto gli anni proprio ieri
ma già sono stanchi i suoi pensieri

Si spoglia completamente ed ha un vuoto nella mente
si tocca il sesso e si muove piano piano dolcemente
Ha lasciato sulla tavola
le sigarette e la pistola
mentre l'orgasmo è alle porte
lui stringe l'arma sempre più forte

Che cos'è?... Che cos'è?... Che cos'è?...

Che cos'è questa voglia di partire?
Che cos'è questo vivere o morire?
Che cos'è questo lucido scoprire?
Che cos'è?... Che cos'è?...

Che cos'è questa voglia di salvarsi?
Che cos'è questa voglia di adularsi?
Che cos'è questa voglia di ferirsi?
Che cos'è?... Che cos'è?...

Ora getta la cicca e guarda l'arma da fuoco
ha un corpo bello da difendere ma gli pare poco
Che cosa fare perché non provare più a sperare?
Che cosa dire perché non provare un po’ a dormire?

Lui ripensa al suo primo grande e tenero amore
e quell'esperienza speciale ma poi fallimentare
La sua anima allo specchio è chiusa dentro a un grande cerchio
e quegli anni di bambino li ha lasciati dietro il suo cammino

Che cos'è?... Che cos'è?... Che cos'è?...

Che cos'è questa evanescenza?
Che cos'è questa inconcludenza?
Che cos'è questa fragile influenza?
Che cos'è?... Che cos'è?...

Che cos'è questo profumo così ruffiano?
Che cos'è questo lamento così lontano?
Che cos'è questo tormento così arcano?

Che cos'è?... Che cos'è?...

Che cos'è questa voglia di salvarsi?
Che cos'è questa voglia di adularsi?
Che cos'è questa voglia di ferirsi?
Che cos'è?... Che cos'è?... 
 (Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: Le mie canzoni sono differenti)

Caro fratello

 



Caro fratello
ti ho immaginato da sempre
e da sempre ti ho aspettato inutilmente
Chissà chi è stato colui
che ci ha legati nel suo regno
noi così diversi eppure uniti nello stesso segno

Caro fratello
perché mi rispondi col silenzio?
Lo sai che da tempo non riesco a dirti quello che sento
Chissà chi è stato colui
che si è dimenticato di noi
noi così perversi eppure non siamo mai gli stessi

E mentre ti canto
sento sempre più vicino il tuo pianto
il tuo dolore che abbiamo provato per lo stesso tramonto

Caro fratello
non voglio più darti retta
troppo spesso ricordo la tua indifferenza
Chissà chi è stato colui
che ci ha voluti e posseduti
noi così indecenti eppure così belli e intelligenti

E mentre ti scrivo
giusto per sentirmi ancora vivo
giusto per provare a me stesso che sei un amico

la tua voce si confonde lentamente con le altre
e faccio fatica a riconoscere le tue tracce
Chissà chi è stato colui
che ha sepolto i nostri corpi
in una terra fredda
con un cielo senza nemmeno una stella

E mentre ti cerco
scende silenziosamente la sera
ed io capisco che non basterà una vita intera

Caro fratello
anche tu sei stufo e non piangi più
anche tu ti sei arreso a questo inutile ritrovarsi
Chissà chi è stato colui
che ci ha lasciati qui nell'ombra
ormai è notte fonda e il mare
non ha neanche un'onda

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: Le mie canzoni sono differenti)






Ti avrò a settembre

 






Ritrovarti e poi scoprire
che ho inseguito solo la mia ombra
e mi chiedo se i miei anni
sono tanti sotto la tua gonna
Io ti ho vista all'improvviso
e son caduto dentro il tuo sorriso
Ho viaggiato con la mente
ed ho trovato te nel mio presente

Quanta strada ho già percorso
ma con te vorrei fermarmi adesso
Spolverare vecchie idee
e ritrovare tutto ciò che ho perso
Cominciare dal tuo viso
per finire contro il mio destino
stare su di te per aggrapparmi
al sogno che non ho capito

Ma ti avrò a settembre
o nel tempo che verrà
e sarà come sempre
inventarsi una realtà

Io ti avrò a settembre
se un settembre ci sarà
per noi due come sempre
nel domani che verrà
se verrà...se verrà..

Io ti ho già sentita qualche volta
che parlavi della vita
come di una faccia troppo assente
ma pur sempre nostra amica
Se mi chiedi la ragione
per cui ho scelto la tua direzione
non ti so rispondere perché
non so se è grande questo amore

Ma ti avrò a settembre
o nel tempo che verrà
e sarà come sempre
inventarsi una realtà

Io ti avrò a settembre
se un settembre ci sarà
per noi due come sempre
nel domani che verrà
se verrà...se verrà..


(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: Le mie canzoni sono differenti)

Blog Retro: Quel ramo del lago di Como


Non volge a mezzogiorno come scriveva il Manzoni, il mio lago di Como è situato con le lancette spostate nella prima parte del quadrante ma gli scenari sono ugualmente coinvolgenti e affascinanti. Ad ogni curva si aprono squarci di orizzonte dove si annida l’infinito, e catene di montagne dolci e verdeggianti che si specchiano su acque tranquille e dorate.

Il silenzio genera il silenzio. Il mio lago è così: taciturno, timido, di poche parole. Solo il lambire delle acque al passaggio di traghetti carichi di turisti o di viaggiatori abituali, fa muovere quella vitalità che fino a un attimo prima pareva impressa in un fermo immagine cartolare e surreale.

Dall’albergo dove sono alloggiato ammiro Bellagio con la sua forma a tartaruga che fa da spartiacque ai due rami del lago. Sembra un guardiano paziente e sornione che sorveglia quella parte del paesaggio in cui si snodano le ampie aperture lacustre.

Sono un laghee. Per i comaschi di città è l’equivalente di terrone, noto epiteto rivolto ai meridionali. Nel mio caso non c’è differenza alcuna dato che sono napoletano e ne vado anche fiero.

I laghee (come i terroni) sono particolarmente legati alla loro terra d’origine e alle loro tradizioni. Sono orgogliosi, a volte superbi ma fedeli alle proprie abitudini e stili di vita, soprattutto sono taciturni e acuti osservatori. In questo mi somigliano o forse sono io ad assomigliare loro. Si può dire che sono un … laghee napoletano, l’esempio di due culture apparentemente diseguali ma che invece hanno molti tratti in comune.

Prendo la macchina e mi dirigo verso Menaggio, altra perla della costa occidentale del lago. In sottofondo ascolto la bellissima canzone di Fabio Concato,  Guido piano, e canticchio a voce alta questi versi:

…c'e' tanto sole

e mi accorgo che ne ho bisogno come un fiore

e ho bisogno di stancarmi e di camminare

di sentire l'acqua il vento e di respirare

peccato che qui vicino non c'e' il mare

Eccomi arrivato a Sorico, il punto dove il lago volge a mezzodì riversandosi sulla sponda orientale fino a toccare le terre narrate dal Manzoni. Mi sdraio sulla spiaggia e ascolto il silenzio.

Ho una gran gioia nel cuore.

 

Blog Retro: Le cose inutili

 


Passerei tutto il tempo al supermercato. Se avessi una casa dalle parti del mio centro commerciale, ci andrei più spesso e non solo per la spesa del fine settimana. Invece abito a qualche chilometro di distanza in una zona piuttosto trafficata, lavoro fino a tardi e non ho il tempo per fare qualche sortita infrasettimanale.

Così, quando arriva il venerdì, esco di corsa dall’ufficio, prendo la macchina e imbocco la via di casa pregustando il mio week-end da trascorrere tra offerte promozionali e lanci di nuovi prodotti commerciali. E’ una passione che coltivo con cura quasi maniacale, pianificando ogni cosa come una perfetta manager che conosce tutto o quasi del mondo del marketing.

Eccomi alle prese con la raccolta punti, buoni spesa accumulati e cataloghi vari per scegliere gli acquisti del momento, i prodotti più esclusivi e a buon mercato come si fa quando ci si immerge in una ricerca mirata e meditata, finanche voluttuosa e ossequiosa delle mie irrinunciabili esigenze.

Mi chiamo Desideria, ho trent’anni, e sono quel che si dice una donna bella e desiderabile, con tanti uomini che mi fanno la corte e che vorrebbero portarmi a letto, ma nessun amore che valga la pena di ricordare. Anzi, sono ancora vergine e me ne vanto pure perché penso di meritare ben altro che le solite avances che si concludono, mettiamo, con rapporti effimeri e fugaci nell’ultimo alberghetto di provincia. 

Ho sostituito i piaceri della carne per buttarmi a capofitto in quello che per me è il mio habitat naturale: il supermercato. Così, al posto di baci, carezze e cose del genere, riempio le mie lacune affettive mettendo nel carrello tutto quello che ci trovo di buono: pasta, sughi, prodotti freschi o surgelati. E poi insaccati, formaggi, verdure, tranci di pizza o di focaccia, pietanze già pronte, dolci, gelati, merendine varie e tanto altro ancora.   

Questo per i generi alimentari. Poi ci sono gli articoli per la casa (c’è sempre qualcosa che mi manca), i cosmetici, i prodotti per l’igiene intima, qualche cianfrusaglia che trovo qua e là nei vari scomparti o nei cestoni piazzati in bella vista per i clienti. Non sono contenta fino a quando il carrello non sia riempito a dovere, così che arrivo alla cassa con la sensazione di chi si è ben rimpinzato e non ha bisogno di rifocillarsi ancora.

Tutto normale, si direbbe, lo fanno tutti. Se non fosse per la quantità esagerata delle cose che compro. Riempio il frigo con tanta di quella roba da sfamare un esercito, e lo svuoto regolarmente non per soddisfare il mio appetito ma per buttare via il superfluo, o meglio, quello che nel frattempo è divenuto tale: vasetti di yogurt scaduti, pezzi di formaggio ammuffito, frutta marcia, preparati non consumati alla data di scadenza e molto altro.

Le cose inutili immagazzinate in una sorta di bulimia trasposizionale. Proietto negli oggetti la mia voglia insaziabile di cibo e nello stesso tempo di rifiuto per tutto ciò che dovrebbe appagarmi. Solo che a differenza del bulimico tutto avviene fuori di me: il frigorifero che si riempie e che si svuota agisce al posto del mio stomaco, del mio disequilibrio organico in cui naufrago assieme alla mia infelicità.

Un pendolo che oscilla tra il bisogno di procurarmi le cose e la smania di liberarmene nell’arco di una settimana a ciclo continuo. Come adesso che è sabato e tutto in casa sembra mancare. Mi procuro così la mia lista della spesa e mi preparo per la solita scorribanda nei luoghi che prediligo.

Squilla il telefono. So che è mia madre, lo fa tutte le mattine ed è un’abitudine che tollero a malapena. Mi parla delle solite cose, del vestito che dovrà mettersi per l’appuntamento con il partner di turno (è separata da mio padre da tempo immemore), o dell’ultima crema per il viso che farebbe sparire miracolosamente le rughe. Frivolezze che faccio fatica ad ascoltare, peggio delle cose inutili. Soprattutto non sopporto quando mi chiama “tesoro”, un appellativo che trovo accademico come tutto il rapporto che ha costruito con me.

“Ciao tesoro, stavi uscendo?”

“Sì”

“Sai che stanotte ho fatto un sogno e c’eri tu? Vuoi che te lo racconti?”

“Devi proprio farlo? Ho una certa fretta.”

“Ci metto un minuto, senti qua. Stiamo passeggiando per il parco di casa tenendoci per mano. Tu sei una bambina bellissima con tanti riccioli biondi, proprio come quell’attrice prodigio americana. Come si chiamava? Ah sì, Shirley Temple.”

“Mamma …”

“Aspetta. Ad un certo punto sento la terra franare sotto i piedi. Sto per precipitare ma mi aggrappo alla tua manina che mi tiene su con una forza straordinaria. Proprio nel momento in cui sto per farcela, il tuo sguardo si fa gelido, lasci la mano ed io sprofondo nel vuoto. E’ stato terribile!”

“Mamma, devo scappare.”

“Aspetta, Desy. Voglio dirti che ti voglio bene. Me ne vuoi anche tu?”

“Sì che te ne voglio. Ora devo proprio andare.”

Riaggancio, indosso il cappotto e prendo la borsa. Mi guardo allo specchio e mi vedo bella e sorridente come una donzelletta al dì di festa.

 

Tratto da: LETTURE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

 

 

 

 

 

Ricordati di me

 


A ben riflettere ogni minuto che passa è già un ricordo di quello che abbiamo fatto o di ciò che siamo stati, sicché il presente o il futuro è semplicemente il passato in divenire. Il ricordo è l’unità di misura del nostro tempo che scorre più o meno lentamente a seconda della nostra capacità di ricordarci o di dimenticare in fretta il susseguirsi incessante delle nostre azioni od omissioni.

La distrazione ci proietta nel futuro senza che ce ne accorgiamo, mentre l’attenzione, la ponderazione, l’indugio allungano i tempi, e il passato è come una sorgente da cui attingiamo per centellinare goccia dopo goccia il sapore della nostra vita.

A ben guardare la felicità o l’infelicità sono stati d’animo che ci ricordiamo solo dopo averli vissuti, come un album di fotografie che sfogliamo più o meno con piacere a seconda di quanto la proiezione nel passato ci fa stare bene o ci procura inquietudine, tristezza, malinconia.

Pensiamo, e a volte ci illudiamo, di essere stati felici o viceversa quando tutto è già passato. Ad esempio, siamo soliti proferire frasi del tipo “ai miei tempi non era così”, o “beati quegli anni che non ci sono più”, quando poi retrodatando il nostro benessere ci accorgiamo che non è stato tutto rose e fiori e che il dolore, l’insoddisfazione, la delusione li abbiamo provati, eccome, anche in quei tempi che pensiamo siano stati idilliaci.

Il “ricordati di me” è il nostro biglietto da visita quando ci presentiamo agli altri senza suscitare alcuna reazione significativa laddove manchi proprio il ricordo, il conoscersi che è poi la sommatoria del nostro passato, presente e futuro. Così che le relazioni prendono corpo man mano che passano e diventano più o meno importanti a seconda della qualità del ricordo.

Ricordati di me, dunque, del tempo che ho vissuto e che ti ho offerto, o dimenticami in fretta se non ti ho dato alcun passato da ricordare, un’immagine o un’impronta da conservare nei tuoi ricordi futuri.





E chissenefrega!

 


I social sono voci di popolo? Può darsi che di questi tempi, dove la comunicazione sociale è profondamente cambiata, sia davvero così. Un tempo, come diceva il grande Umberto Eco, per ascoltare certi moralizzatori o personaggi del “So tutto io” bisognava andare nei bar o dal parrucchiere di fiducia. Ora con la globalizzazione mediale non c’è alcun distinguo e molti si ergono a giudici o a depositari della verità assoluta con il solo potere della tastiera.

La crisi dei social è evidente: chi sperava che con tale strumento si sarebbe creata una grande comunità da cui attingere qualità e crescita relazionale sarà rimasto tremendamente deluso. Dai social si ricava poco o niente, a meno che non posti qualcosa di stupido, di melenso, allora vedrai quanti “amici” al seguito otterrai.

Sui social abbondano frasi al veleno che rappresentano, ahimè, una triste fotografia di quanto il mondo reale si sia impoverendo dei valori autentici della solidarietà, amore per il prossimo, cortesia e rispetto.

Virtuali quanto si vuole, i social sono lo specchio della realtà più di quanto si pensi; in qualche modo sono rivelatori di certi comportamenti che nella vita di tutti i giorni sarebbe difficile da percepire: scopritori del protagonismo dell’anonimato, fucine di eroi da tastiera che non hanno nulla di significativo da raccontare della propria vita se non quella degli altri a colpi di falsa rappresentazione.

Ecco di seguito un catalogo di reazioni “social” estrapolato dai gruppi di vario genere:

“Hai scritto un libro? E chissenefrega!”

“Componi canzoni? E chissenefrega!”

“Hai realizzato un blog? E chissenefrega! Perché mai questa notizia dovrebbe interessarci?”

“Sei un poeta? E chissenefrega! Ce ne sono tanti in giro. L’Italia ne è piena.”

“Hai postato questa foto? E chissenefrega! Sarà sicuramente ritoccata.”

“Sei malato e vorresti un “mi piace” sulla tua foto? E chissenefrega! Sarà un’altra catena di Sant’Antonio.”

“Hai ottenuto una promozione? E chissenefrega! Sarai un raccomandato come tanti altri.”

“Il tuo cagnolino è morto? E chissenefrega! Sapessi io quanto mi senta solo.”

“Hai scritto questi versi? E chissenefrega! Un altro che vuole farsi pubblicità!”

“Ti sei vaccinato? E chissenefrega! Tanto non servirà a niente.”

“Hai il covid? E chissenefrega!...”













500

 


Con "Amanti di un'isola ", le parole del mio tempo fanno 500, che è il numero dei post pubblicati da quando, nel gennaio 2012, ho realizzato questo blog. Un traguardo impensabile all'inizio, un percorso lungo quasi dieci anni costellato di storie e avvenimenti, alcuni piacevoli, altri un po' meno, che hanno innovato profondamente i nostri usi e costumi.

Un tempo aprire un blog era una vera e propria novità, oggi è quasi una routine perché sono davvero in tanti ad avere un sito, una pagina web, un punto virtuale per raccontare e raccontarsi in tutti i modi consentiti dalle nuove forme di comunicazione sociale. 

Oggi un blog non fa più notizia, anzi. La concorrenza è divenuta così agguerrita che si fa a spintoni per emergere e per far sentire la propria voce, come uccelli di rovo in perenne competizione tra loro che si cimentano in un canto che sia il più forte e melodioso.

Mi piace pensare che il mio blog sia differente dagli altri (ma questo pensiero può valere per tutti). Intanto il titolo da cui ne è tratto è un libro di canzoni che ha raggiunto finora oltre 20.000 copie scaricate. E questo, nel marasma dei siti che sono sbucati come funghi, è già un successo. 

Sempre aggiornato (almeno un post alla settimana), le parole del mio tempo ha ottenuto finora oltre 330.000 visualizzazioni, con rubriche dedicate agli scrittori emergenti (la vetrina degli emergenti), alle loro interviste, alle recensioni, agli avvenimenti di attualità e, naturalmente, alla musica che è il mio primo amore.

Ci saranno altre parole del mio tempo? Chissà! Per ora desidero ringraziare tutti coloro che sono passati da queste parti, che mi hanno inviato messaggi di stima e di apprezzamento e sostenuto in qualche modo in questo meraviglioso passatempo. 

A tutti questi "avventori", occasionali o abituali, il mio sincero


G R A Z I E 







Amanti di un'isola




Compagni noi
dell'universo
segni di un'età
nata nel silenzio

Mente più in là
verso l'orizzonte
la tua identità
nascosta in una coscienza

Compagni noi di un'avventura spesa male
figli della vita
Fragili noi in questo spazio di pazzia
Amanti di un'isola

Io sono vivo solo quando ci sei tu
coi tuoi silenzi interminabili
Dammi un destino dimmi che sarò tuo sposo
non mi perderai

Parlami attraverso il linguaggio dell'amore
portami lontano col tuo cuore
dimmi che ha un senso la tua vita e vai
lontana tu sei libera come me

Tu sei il sole del mattino
tu sei la pace che vive in me

E non svegliarmi da questo sogno
perché sogno sei tu
da questo niente
che ci trascina più in là
verso un'altra vita
un'altra storia tra noi due

(orchestra)

Ma che cos'è
questo strano odore di realtà?
Cosa ci tormenta? 
Forse è colpa dell'età
Cosa ci aspetta?
Noi non sapremo mai la verità
tu mi perderai

Compagni noi
dell'universo
segni di un'età
nata nel silenzio

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: Le mie canzoni sono differenti)

 



Piccolo cielo

 



Dimmi cosa devo fare per raggiungerti
Quanta strada devo attraversare prima che
questo mondo sia il mio mondo e tu rispetto a me
un bisogno più profondo del disordine

Nei pensieri scivoli così
come un'onda mi trascini via
ed il mare entra dentro me

Piccolo cielo chi sei?
Da dove arrivi e perché
porti il tramonto con te?
E la speranza non c'è

Dimmi cosa devo fare per difenderti
da chi vuole allontanarti sempre più da me

Nei pensieri grandi io vorrei
ricordarti bella come sei
senza ombre e limiti per noi

Piccolo cielo chi sei?
Quanto hai viaggiato e perché
sei già lontano da me?
E la speranza non c'è

Perduto amore
mi resterà il tuo sapore e la realtà
ma poi perché
porti il tramonto con te?
E con il vento anche me

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: Le mie canzoni sono differenti)



La bella stagione

 



E la bella stagione
si prospetta migliore
tutti guardano attenti
il tiggì delle venti
 
Che cosa accadrà?
Che giorno sarà?
Domani chissà che tempo farà?

La bella stagione
profuma di viole
di nuovi indumenti
che cambiano i tempi
 
La gente in città non si vede più
e tu te ne stai con gli occhi verso il blu
Al bar dello sport Mario non c'è più
E' dai parenti giù

L'autostrada che va in riviera per questa sera
c'è un ingorgo però all'uscita di Bordighera cambierà
Questa notte sarà una notte di nuove stelle
e qualcuno farà un bel sogno sulla sua pelle ricadrà

E la bella stagione
brucia forte col sole
sulle spiagge e nei porti
coi bikini più corti

C'è chi se ne sta ad aspettare al bar
la coca il caffè succhiando quel c'è
E il giorno che già si cala verso il blu
rimani solo tu e la bella stagione
che ti fa stare giù
La bella stagione
che non ti piace più


(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: Le mie canzoni sono differenti)


Chi ti ha detto mai?

 



Chi ti ha detto mai che lavoro per te
ogni giorno su e giù per averti di più?
Chi ti ha detto mai che mi travesto da re
e faccio il matto per averti un giorno con me?

Vecchie strade di lontana periferia
la mia vita l'ho lasciata per ironia
se sto male mi fa male la tua compagnia
la tua noia non confonderla con la mia

Questa volta sai sono in folle per te
non fermarmi più ci vai a perdere tu
io sto bene qui non guardarmi così
Chi ti ha detto mai che aspetto sempre un tuo sì?

La tristezza io l'ho consumata con te
i miei giorni son più veri se non ci sei
berrò un po’ di più per lasciarti in bottiglia
Chi ti ha detto mai che sei una meraviglia?

Chi ti ha detto mai che faccio confusione
alle due di notte davanti al tuo portone?
Chi ti ha detto mai che con gli amici di te
parlo per ore ed ore seduto in un caffè?

Questa volta sai sono in folle per te
non fermarmi più ci vai a perdere tu
io sto bene qui non guardarmi così
Chi ti ha detto mai che aspetto sempre un tuo sì?

Il tuo corpo è ombra nuda per me
in controluce i tuoi capelli son sempre quelli
Avvicinati o meglio ancora suicidati!
Oppure abbracciami come sai fare tu graffiami!

Chi ti ha detto mai che vivo senza coraggio
che ti amo troppo e che non potrei mai ucciderti?
Chi ti ha detto mai che non posso ferirti?
Chi ti ha detto mai che non riesco ad odiarti?

Questa volta sai sono in folle per te
non fermarmi più ci vai a perdere tu
io sto bene qui non guardarmi così
Chi ti ha detto mai che aspetto sempre un tuo sì?

Chi ti ha detto mai che vivo di gelosia?
Io ti uccido sai questa è una sporca bugia!
Perché chiudi gli occhi e non vuoi più che ti tocchi?
Chi ti ha detto mai io sto bene lo sai?

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche cliccando qui: Le mie canzoni sono differenti)


Malinconico digiuno

 



Porca miseria
malinconico digiuno di sera
senza luce e senza calda atmosfera
senza pace e senza te

Oggi o domani
fa lo stesso tutto resta più uguale
ma è normale tanto ormai non vale
l'innocenza che c'è in me

Io in questa stanza vivo con la tua assenza
mi basta un gioco o un'emozione da poco
e passo il tempo respirando senza vento
contando gli anni rotolando e cadendo

E la mia mano proprio ora impazzisce
violenta un corpo senza pace e tradisce
i miei pensieri non più limpidi e puri
che voglia di scarabocchiare sui muri

Ma che malinconico digiuno
Inopportuno!
Ma che follia soffrire della stessa fobia!

Io vorrei specchiarmi un po’
e dirmi se quest’esistenza è dura senza te
senza te…

Ma guarda un po’ io son più bello di te
ho poche rughe e non c'è trucco in me
Che strano narcisismo
che mi prende non lo so
forse davvero un giorno mi ammazzerò

Centocinquanta più cinquanta quanto fa?
Perché non potrebbe fare
quello che non fa?
Ma dai stai un po’ ferma
e pensa alle cose tue
amarsi è bello solo quando si è in due

Ma che malinconico digiuno
Inopportuno! 
Che gelosia non restare più in perfetta armonia!

Malinconico pensiero
di diventare piccolo e ridicolo per te
per te…

Centocinquanta più cinquanta quanto fa?
Perché non potrebbe fare quello che non fa?

Ma guarda un po’ io son più bello di te
ho poche rughe e non c'è trucco in me

(Tratto da “Le parole del mio tempo”)

(Puoi ascoltare il brano anche da qui: Le mie canzoni sono differenti)